Si può essere amici di una persona che si è incontrata una sola volta nella vita, 20 anni fa?
Direi di si, se tutto questo tempo è stato riempito da lettere, telefonate, messaggi, email e, più di recente, chat su Facebook (ecco a cosa serve!).
Tantissime parole per raccontarsi la vita, le disavventure, gli amori, i viaggi, le passioni, i sogni, i successi e le delusioni.
Giovanni e io ci siamo conosciuti nel luglio del 1993, durante un concorso che entrambi facevamo senza nutrire nessuna speranza di successo. E infatti nessuno dei due l'ha vinto.
Non ricordo cosa ne abbia pensato lui ma io sono contenta che sia andata cosi.
Certo, lì per lì tanto felice non lo sono stata ma dopo un pò ho realizzato che non era proprio il lavoro adatto a me, e chi mi conosce bene lo sa.
E poi lo avevo fatto solo dietro insistenze e aspettative paterne.
Commissario della Polizia di Stato. Figuriamoci!
In compenso, siccome il fato ha il senso dell'ironia, i miei ex fidanzati appartengono tutti alle forze dell'ordine.
Polizia, Finanza, ancora Polizia.
Mancavano solo i Carabinieri ma li ho evitati per un soffio!
Meno male che mi sono ravveduta in tempo!
Comunque, tornando a Giovanni, dopo quell'estate non siamo mai riusciti ad incontrarci, ognuno perso dentro la sua vita incasinata, ma non abbiamo mai smesso di tenerci in contatto.
Se mi fermo un attimo a pensare mi vengono subito in mente tre delle tantissime telefonate che ci siamo scambiati.
La prima, lunghissima, quando mi ha chiamato dall' Inghilterra dove si trovava per l'Erasmus e mi ha raccontato tutti i particolari della sua vita all'estero. Beh, non proprio tutti, fortunatamente.
La seconda, quando l'ho chiamato la sera prima della sua laurea e lui era li con la sua mamma che faceva le prove del vestito (come uno sposo!!!!).
La terza, più recente, quando mi trovavo a Londra e lui mi ha telefonato dopo aver letto un mio sms di richiesta soccorso. Ero sola, in mezzo ad una manica di inglesi ubriachi e dall'atteggiamento incomprensibile che lui, Gianni, è riuscito a decodificare in un nanosecondo (grazie alla sua esperienza di uomo di mondo) rendendomi edotta sulle usanze barbare di quella popolazione e facendomi sentire, così, comunque, nonostante tutto, a "casa".
Per non parlare delle lettere, le cartoline, i messaggi sempre al momento giusto, quello in cui avevamo bisogno l'uno dell'altra, quelli di sostegno e di incoraggiamento ma anche quelli per prenderci in giro sulle tantissime cazzate che combinavamo (notare l'uso del verbo al passato, chiaramente inappropriato!).
Vi auguro la fortuna di avere un amico come lui, non ci si sente MAI soli, dovunque ci si trovi!
E adesso, in un attimo, in uno scambio di messaggi al volo su Fb, organizziamo un weekend.
Viene a trovarmi e, soprattutto, riprende la sua vecchia e sanissima abitudine: VIAGGIARE!
Arriva il 10 maggio, sarà un fine settimana fantastico!!!
Goldenboy, waiting for you!!!
Mi sono ritrovata molto nelle tue parole, e nella tua storia. Sfortunatamente (o fortunatamente?!) non ho molti amici, anzi, forse oserei dire che non ne ho proprio, se ci atteniamo alla pignola distinzione con la categoria dei conoscenti. Per quanto demonizzati come strumenti di spersonlizzazione e alienazione dalla realtà, i social network mi hanno aiutata, e mi aiutano, ad affrotare i numerosi momenti di solitudine e a ritrovare persone del passato e del 'futuro' con cui riprendere o cominciare dialoghi che per anni avevo interrotto, a causa di una 'sindrome da diffidenza altrui' che mi aveva anestetizzato le facoltà di 'interazione'. Ad ogni modo, è bello avere nella proprio vita delle persone speciali: ti riconciliano con una realtà nascosta dalle ombre delle delusioni...
RispondiEliminaLa tecnologia ha i suoi lati positivi e sono contenta che a te serva per riallacciare vecchi rapporti o tesserne di nuovi.
RispondiEliminaIn effetti sono fortunata, ho sempre avuto molti amici. Alcuni sin dall’infanzia, altri incontrati a scuola, altri ancora negli anni successivi.
Credo che la vita sarebbe davvero triste senza amici con cui condividere le gioie e i dolori.
Sono come una zattera quando il mare è in tempesta e tu ti ci ritrovi dentro senza sapere come né perché e, soprattutto, senza saper nuotare!!!!
In tanti mi hanno delusa, si sono rivelati cattivi, perfidi, invidiosi o semplicemente stupidi e vuoti.
Per fortuna l’ho capito, non sempre in tempo per evitare di essere ferita, ma in tempo per allontanarmi da loro.
Tutto ciò che ci accade ha un senso e tutto serve alla nostra crescita.
Le delusioni mi hanno insegnato a non accontentarmi, a lasciar andare, a preferire la mia sola compagnia a quella dei finti amici.
Essere diffidenti fa male alla salute, ci si sente costantemente minacciati e si sta sempre in guardia. Si diventa ostili e non mi piace.
Preferisco fidarmi.
Cosa rischio? Una delusione? Sarà un’illusione di meno.
Però se trovo un vero amico…vuoi mettere il “guadagno”?