lunedì 2 settembre 2013

Primo giorno di scuola n.1

Ed eccolo qui, il primo giorno è arrivato.

Ho messo la sveglia perchè avevo paura di non svegliarmi in tempo, come quando devo prendere l'aereo!
Andrea, invece, non aveva nessuna intenzione di alzarsi dal suo lettino.
Mi ha detto: "mamma, vai tu a scuola con papà che io resto a letto".
Ha capito tutto della vita!

Con poca voglia si è alzato, ha fatto colazione (in braccio a me, e non era mai successo prima: deve aver fiutato novità nell'aria!), si è anche lavato i denti (che a quell'ora del mattino non gli garba mai tanto), zainetto sulle spalle ed era pronto!

Sembrava pure contento!
SEMBRAVA!


Il cortile della scuola, la cour come lo chiamano qui, era piena di mamme, papà e bambini più o meno consapevoli del loro destino.

Siamo entrati in classe e il mio nanetto non sembrava intimorito.
Non SEMBRAVA!

Ha cominciato a giocare con tutto quello che ha trovato, ignorando gli altri bimbi, i loro genitori e anche le maestre tutte sorridenti (si, si!).
Siamo rimasti una buona mezz'ora in classe, per parlare con le insegnanti, per sbrigare qualche formalità e poi abbiamo salutato Andrea.
Solite rassicurazioni, "mamma torna a prenderti, tu resti a giocare con gli altri bimbi, vedrai quanto ti divertirai" ecc ecc.
Forse non avevo una faccia convincente perchè, appena ci siamo allontanati di un metro, prima ha fatto un salto fuori dalla pista di macchinine dove stava giocando, poi ha cominciato a piangere disperatamente e a chiamarmi "mamma, mammaaaaaaaaaaaa".
L'abbiamo affidato alle cure di una maestra croata, un donnone abbronzatissimo e sorridente, che ci ha fatto un'ottima impressione, una tipa tosta non una di queste belgesi mosce mosce (senza offesa per nessuno ma preferisco gente di carattere!).

Nonostante le preoccupazioni iniziali, sono stata bravissima, ho seguito alla lettera tutti i consigli degli psicologi (amici e non) e dei manuali che spiegano come comportarsi in queste situazioni.
Sono stata sorridente dall'inizio alla fine, rassicurante, ho ostentato sicurezza e allegria.

E appena sono uscita dal campo visivo di mio figlio, ho pianto come una disperata!
Ahahahahahah!
Scherzo.
Non come una disperata.
Come una mamma che affida per la prima volta suo figlio alle cure di qualcun'altro, sperando che se ne occupi nel migliore dei modi.
Come una disperata, appunto!

Mi si è spezzato il cuore quando l'ho visto piangere in quel modo: e se si è sentito "tradito" perchè l'ho lasciato piang-ere e me ne sono andata via?

UFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF!

Cédric si è preso una mattina libera per darmi sostegno ( e sfottò) psicologico.
Ha scattato alcune foto del nostro cuzzupino in questo suo primo giorno di asilo ma, nonostante le sue intenzioni, si è astenuto dal farne a me nel momento in cui l'ho lasciato in classe.
Non per altro, gli sarebbero mancate due dita per scattarne altre all'uscita di scuola!

Ride e dice che sono una vera mamma italiana.
Si, può darsi, ma le mamme ( e i papà) che ho visto stamattina a scuola non erano molto diversi da me: stesse espressioni dubbiose, stessa tensione, stessa commozione.

Vero è che io mi sono commossa anche solo a vedere i bambini degli altri che piangevano!!!
Non so come faranno le maestre a consolarli tutti contemporaneamente.
O magari, appena noi genitori usciamo, i pupi si asciugano le lacrime e giocano felici e contenti!

Beh, è quasi ora, a mezzogiorno vado a riprendere il mio amore.
Chissà...

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