sabato 28 settembre 2013

Pulizie di Primavera

...oppure d'autunno, è uguale!

Domani facciamo un brocante, cioè un mercato per non professionisti, come noi; gente che vuole liberarsi di un pò di roba che tiene in casa ma non usa mai.
Tipo quello che si vede nei film americani solo che li si piazzano davanti al garage di casa, ed effettivamente è molto più pratico!

Ne abbiamo fatto uno l'anno scorso, di questi tempi, eppure è incredibile quanta roba abbiamo ancora da vendere.
La macchina è pronta ed è piena come un uovo, sembra quella dei marocchini che vendono tappeti, solo che noi vendiamo tutt'altro: dai vestiti ai giocattoli, dai bicchieri della cucina (sono sommersa) ad oggetti di dubbia provenienza e nessuna utilità.

Beh, nessuna utilità per noi, ovviamente.

Per esempio, abbiamo due tavolini in vetro anni 70, orribili, a mio parere, e per questo democraticamente confinati nella stanza per gli ospiti: via, dare.
E anche dei vasi di plastica fuxia che Cédric ha comprato in un momento di aberrazione mentale per arredare il suo ex ufficio in cui questo colore aveva una certa predominanza!
E poi giocattoli vecchi (ma perfettamente integri e funzionanti), vestiti che stanno nell'armadio da millenni e ci invecchiano pure dato che non li usiamo mai, fumetti, dischi ecc ecc.

Speriamo di vendere il più possibile perchè non ne possiamo più di avere la casa piena di roba inutilizzata.
E anche perchè la prossima casa in cui andremo (speriamo presto) ad abitare non sarà certamente di 150 mq., nè tanto meno su tre piani!
Quindi dobbiamo disfarci di tutto l'inutile che ci sommerge!

Qui va molto di moda fare i mercati, anche perchè la gente ama acquistare roba usata.
Qualcuno la chiama vintage.
Si, vabbè.

Personalmente l'unica cosa che compro al mercato dell'usato sono libri e spillette (per la mia collezione) ma c'è chi compra di tutto, per necessità (visti i prezzi molto bassi) e non solo.

Mia suocera, per esempio, che potrebbe benissimo fare acquisti nelle boutique di Sloane Street a Londra (e chi c'è stato sa di cosa parlo), ci compra qualunque cosa. Non per lei, ovviamente, ma da regalare ai nipoti a Natale; che so? body usati per un neonato di 2 mesi? ecco, per esempio.

Comunque, che sia per vendere o per regalare, o per buttare, fare questo tipo di pulizie in casa è terapeutico, cosi dicono gli psicologi: ti liberi della roba vecchia e anche di tutto quello che inconsciamente ti lega ad essa e al passato.

Mah!
So solo che quando ci prepariamo per il brocante devo stare attenta sennò, nella foga,  Cédric butta via anche me.
E se non fosse per via del brocante ?!?!?!

venerdì 27 settembre 2013

Metodo Ducdc

Vorrei consigliare a tutti i genitori questa interessante e simpatica breve lettura  con la quale mi trovo in perfetto e totale accordo.
Ovviamente i consigli servono soprattutto a chi li dà...:)

" Sono padre da tre anni e non ho ancora aperto un libro di pedagogia: quali sono le ultime tendenze in fatto di teorie per crescere i figli? –Gianluca

Se hai aperto almeno un giornale, avrai sentito parlare della “mamma tigre”. Altrimenti ecco un riepilogo: le madri cinesi crescono figli più in gamba. Severissime, li fanno esercitare al violino per ore, niente tv, videogiochi né recite scolastiche. E li umiliano in pubblico quando sgarrano. Ma, proprio quando stavamo tutti per cominciare a maltrattare i nostri bambini, l’Asian American Journal of Psychology ha smentito tutto.

Poi è spuntato l’approccio francese: i bambini d’oltralpe si comportano meglio di quelli statunitensi perché sono educati alla pazienza, a giocare in silenzio e a non lasciare niente nel piatto. Be’, non so a Parigi, ma qui a Ginevra non ho mai visto il figlio di un frontaliere savoiardo finire tutta la sua fondue.

Secondo me, l’unica novità che vale la pena seguire è il metodo Ducdc, di cui parla il blogger David Vienna. Le iniziali stanno per “datti una cazzo di calmata” e funziona così: non hanno preso tuo figlio all’asilo bilingue sperimentale? Datti una cazzo di calmata. Tua figlia è l’unica della classe che ancora dorme con il pannolino? Datti una cazzo di calmata. In tre anni non hai letto neanche un libro di pedagogia? Datti una cazzo di calmata.

Per usare il metodo basta seguire due semplici step: 1) Datti una cazzo di calmata. 2) Non c’è nessuno step numero due."

Internazionale, numero 1019, 27 settembre 2013

mercoledì 25 settembre 2013

Maschi contro femmine

Nascere maschio rende tutto più semplice!

Prendiamo il matrimonio.
Innanzitutto non ho mai capito, e mai capirò, perchè i maschi sono così refrattari a sposarsi; in fondo, passano dalla mamma, che li tratta come poppanti fino a quando campano, alla moglie, che fa altrettanto.
Forse la moglie rompe un pò di più, ma mi sembra anche giusto.

Noi (donne, non solo mogli) dobbiamo fare tutto ed essere tutto, possibilmente nello stesso tempo:
mamme, cuoche, amanti, psicologhe, insegnanti, colf, badanti, padrone di casa e probabilmente altro
che ora mi sfugge.

E dobbiamo anche essere belle, affascinanti, sexy ma non troppo appariscenti, sfacciate ma solo con il nostro uomo, intelligenti ma non mostrarlo troppo, furbe, indipendenti, gentili, leali, sincere, autonome ecc ecc.

Guai a lasciarsi andare dopo qualche tempo che si vive insieme: niente tute stile mimo, niente capelli legati con l'elastico del prezzemolo, niente pantofole con i pupazzi, niente maschera al cetriolo sul viso, niente mutandoni della nonna (tanto lo so che ce li abbiamo tutte) ecc ecc.

Tra l'altro, non mi pare di aver ancora conosciuto maschi che quando stanno in casa (ma nemmeno fuori) somigliano a Brad Pitt (beh, uno a dire la verità l'ho conosciuto, ma tanto per il resto era uguale a tutti gli altri), che sono sempre curati, belli affascinanti, simpatici e arguti, che non sono insopportabili quando hanno anche solo un raffreddore, per non parlare della varietà delle sonorità che sono capaci di emettere con tutti i loro orifizi, in quasiasi posto e quasiasi cosa altra cosa stiano facendo.

Ecco, io mio domando una cosa: ma a voi maschi non vi viene mai in mente che magari anche a noi piacerebbe avere accanto uno strafigo con i muscoli scolpiti, nell'addome e nel cervello, che sia allo stesso tempo romantico, dolce, sexy, affascinante, intelligente, che sappia cucinare, pulire la casa, smacchiarsi da solo le camicie pataccate di olio e chiudere il tappo del dentrificio?

Non ci pensate mai che magari ogni tanto ci farebbe piacere se riusciste a comprendere le cose da soli senza aver bisogno che ve le spieghiamo a gesti e disegni???

Una donna che ho conosciuto qualche anno fa non può stare senza un uomo per più di un mese.
Non parlo di una 25enne. Parlo di una donna, almeno anagraficamente.
Una donna che è stata in coppia per più di dieci anni e ha dei figli.
Mi ha detto, per giustificarsi (non che fosse necessario), che ha un surplus di energia sessuale!

Si, vabbè!

Potrei anche capirlo se poi però si comportasse come si comportano i maschi che "lamentano" lo stesso surplus: cioè fanno sesso a destra e a manca (il più delle volte a pagamento) e finisce li, niente storie serie.
Invece lei, ogni volta che trova uno che le fa un mezzo complimento (ed è una bella donna, certo non le mancano i corteggiatori), se lo porta in casa, ma non solo per una notte: ne fa una storia seria.

Nel senso che lui si trasferisce da lei che, oltre ad avere finalmente la materia prima per sfogare la sua energia, si mette pure a fare la colf, la cuoca, la psicologa, la sguattera ecc ecc.

Ma possibile che nel 2013 ancora ci sono donne che non sanno stare senza un maschio???

Mia nonna diceva che a queste donne senza uomo gli si "raffreddava u fiancu" (nonna napoletana).

Mia mamma, degna erede di cotanta saggezza, dice "A quelle che cercano marito io le appenderei" (alla forca, suppongo).

A me, (in) degna erede di cotanta e cotanta saggezza, mi viene da dire:

ma non vi piacciono i toy boys???

lunedì 23 settembre 2013

Figli (altrui)



Premesso che ognuno è libero di mangiare ciò che vuole, e che ognuno è anche libero di educare i propri figli come meglio crede

mi piacerebbe che la gente la smettesse di dire che un bambino non può crescere bene se non beve latte tutti i santi giorni, se non mangia il parmigiano a pranzo e a cena, se non mangia carne e pesce, se non prende le vitamine;

che la smettesse di criticare quando le mamme prendono in braccio i loro figli che piangono altrimenti poi " prendono il vizio delle braccia";

che la smettesse di dire " e fagli vedere i cartoni animati, e non fa niente se non dice buongiorno e buonasera tanto è piccolo, e anche se è prepotente è normale alla sua età" e poi alle spalle dice che hai un figlio maleducato;

che la smettesse di dire " tagliagli i capelli che sembra una bambina e non un maschietto, e non tagliargli i capelli che è una signorina, e quando glieli fai i buchi alle orecchie? e lui quando lo mandi a scuolacalcio?, ma è un maschietto e lo fai giocare con le pentole??? ";

che la smettesse di dire: "tu parli cosi perchè non hai figli, poi vedrai, tu parli cosi perchè hai un solo figlio, poi vedrai col secondo, tu parli cosi perchè tuo figlio è buono e sei stata fortunata, vedrai quando inizia la scuola come diventa, vedrai come decide lui e tu non potrai dirgli di no sennò lo isoli dagli altri, lo mortifichi (!!!);

che la smettesse di criticare, giudicare senza sapere, di fare lo spettatore e il critico delle vite altrui invece di pensare alla propria.

Tutti "saputi", tutti ci sono passati prima di te, tutti sanno fare meglio, tutti ad aspettarti al varco.

Ma quando vi fate i cxxxi vostri?????

Lo chef

"Mamma, io voglio diventare chef ".

Mio figlio ha le idee chiare sul suo futuro.

Almeno uno, in famiglia!

:)

Keep it simple


Soprattutto, one life che non sappiamo quanto dura!
Non vale la pena sprecare neanche un minuto, figuriamoci di più.
Non vale la pena rattristarsi per un esame fallito, una relazione andata a puttane, un'amicizia finita.
Non vale la pena, non vale la pena perchè a tutto c'è rimedio tranne alla morte.
Che banalità!
E che grande verità.
Sono stanca di ricevere brutte notizie, di sentire che gente della mia età deve lottare per contrastare una maledetta malattia e quei vecchi "catananni" che ci governano stanno sempre li e non gli viene mai neanche un mal di gola.
Ci deve essere una spiegazione scientifica che mi sfugge, forse è la cattiveria che li tiene in salute, a ste merde!
Non si può piangere o anche solo rattristarsi perchè Tizio non ci ama, perchè Caio non ci ama più, perchè non ci sono soldi per comprare l'iphone, perchè a 40 anni ancora si è single e l'orologio biologico corre, perchè le cose non vanno come vorremmo....e, allo stesso tempo, non si fa niente per cambiarle.
Se il piano A non funzione, ci sono altre 20 lettere nell'alfabeto.
Se continuiamo a fare sempre la stessa cosa otterremo sempre lo stesso risultato, se non vogliamo guardare la verità, se non  vogliamo guardarci dentro fino in fondo, allora cosa dovrebbe mai cambiare?
Quello che più mi fa incazzare sono le persone che si piangono addosso ma non fanno niente, e dico niente, per cambiare la situazione in cui si trovano.
Se tuo marito ti ha mollata una vita fa, t'ha lasciato sola con i figli da crescere, e se n'è completamente disinteressato, dopo 10 anni non puoi essere ancora li ad avercela con lui.
Se tuo padre ha lasciato tua madre quando avevi sei anni, e ognuno si è rifatto una vita, non puoi, ora che di anni ne hai 40, e la tua vita sentimentale è un fallimento dopo l'altro, continuare a dare a tuo padre la colpa di tutto, solo perchè se n'è andato.
Se tua madre è una stronza egoista che pensa solo a se stessa, fattene una ragione, non cambierà certo a 70 anni!
Che spreco vivere una vita cosi!

giovedì 19 settembre 2013

Vegetariani

Si può essere vegetariani per varie ragioni:

Salutistiche
Etiche
Religiose
Ecologiste

Tutti sappiamo quali sono le condizioni di vita degli animali allevati per l'industria alimentare: dalle mucche alle galline, dai maiali alle anatre.
Se non vogliamo vedere, facciamo pure finta di non vedere, non saremo mai obbligati ad entrare in un macello, ad assistere all'ingozzamento delle anatre per la produzione di fois gras, non saremo mai costretti a sgozzare i maiali attraverso la giugulazione (sgozzamento) o a premere il grilletto per "stordire" i bovini e gli equini.

Ma non possiamo pensare che se noi non guardiamo quello che succede, questo non esiste.
Soprattutto quando la cosa che non vogliamo vedere è ciò che stiamo mangiando.

Sappiamo tutti che gli animali da allevamento sono riempiti di antibiotici, allevati in maniera totalmente innaturale, sottoposti a ritmi di produzione (es. latte per le mucche, uova per le galline ovaiole) assurdi. E, alla fine della loro breve vita, trasportati in condizioni proibitive (pioggia, freddo, caldo intenso, senza acqua nè cibo) in luoghi spesso lontani dall'allevamento per essere macellati.
E' stato osservato il terrore negli occhi dei vitelli messi in fila all'ingresso dei macelli, dove possono udire e vedere i loro simili uccisi: molti si dimenano, si infortunano, cercano di fuggire. Il terrore produce tossine, che sicuramente non sono salutari.

E' noto che l'alimentazione carnivora è in gran parte responsabile della fame che affligge ancora tante popolazioni dei paesi cd. in via di sviluppo.
Infatti i quattro quinti della terra coltivata in tutto il pianeta è usata per produrre foraggi per gli animali e solo un quinto per il consumo umano di cereali, frutta e verdura.
In un mondo come il nostro, in cui la popolazione umana è in continuo aumento, bisognerebbe evitare questo sperpero enorme, riducendo drasticamente il consumo di carne. E anche di acqua, soggetto ad un consumo insopportabile per produrre carne mentre i paesi del terzo mondo sono periodicamente afflitti da spaventose siccità.

Inoltre oggi anche molti medici e nutrizionisti sanno che la dieta vegetariana offre numerosi vantaggi per la nostra salute.

A chi dice che in passato i vegetariani non esistevano, che sono una "moda" di oggi e che prima si mangiava la carne senza porsi tanti problemi, vorrei ricordare due cose:

  1. Platone, Plutarco, Seneca, Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Gandhi, Chandrasekhar, Shelley, Shaw, Terzani, Hack sono solo alcuni dei tanti vegetariani del passato, anche recente: non mi sembra che nessuno di loro abbia riportato danni fisici o neurologici dalla dieta vegetariana;
  2. Una volta la carne era un lusso per pochi, si mangiava una o due volte alla settimana (non tutti i giorni, due volte al giorno, come avviene oggi); gli animali erano allevati in stalle in cui avevano una certa libertà di movimento, molti vivevano all'aperto, nei pascoli, nei cortili. La sofferenza non mancava ma almeno non era una costante dalla nascita alla morte.
Le carni di cui ci si rimpinza oggi vengono da animali prodotti scientificamente in serie, trasformati in macchine da carne, privati anche della loro naturale animalità.

E almeno la carne fosse un alimento necessario o quanto meno utile.

C'è chi dice che privarsi di carne e pesce equivale a privarsi di uno dei piacere della vita, che è "contro natura".
Punti di vista.
Per me, e per i milioni di vegetariani nel mondo, non mangiare carne nè pesce significa vivere in pace con se stessi e con gli altri esseri viventi, significa vivere in un modo più sano e contribuire a ridurre il numero di persone che soffre la fame e la sete nel mondo, significa fare qualcosa contro la violenza.

" Verrà un tempo in cui considereremo l'uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo" (L. da Vinci)

Essere vegetariani non è una malattia

Ho deciso di scrivere un post su un argomento che mi sta molto a cuore come essere vegetariani.
Poi ho letto un articolo di Lee Marshall, giornalista britannico che dal 1984 vive in Italia e scrive un blog per Internazionale, che rispecchia esattamente il mio pensiero.
Solo che lui lo ha espresso molto meglio di quanto avrei fatto io.

Dunque, eccolo qui!

" Volevo cominciare citando un brano tratto dal libro Eating animals di Jonathan Safran Foer (tradotto in italiano con un titolo molto meno sintetico, e molto meno bello: Se niente importa. Perché mangiamo gli animali). Se non l’avete letto, è un libro che consiglio vivamente a tutti, onnivori, vegetariani, fruttariani e vegani. La traduzione dall’inglese qui di seguito è mia:

“La scelta di mangiare la carne è una cosa che tende a polarizzare la gente. O non la mangi mai o la mangi sempre. O diventi attivista o disprezzi gli attivisti. È un modo di pensare che non applicheremmo mai ad altri campi dell’etica (immaginate se si dovesse scegliere tra non mentire mai o mentire sempre). Non so quante volte, quando dico che sono vegetariano, il mio interlocutore cerca di segnalare una contraddizione nel mio stile di vita o di trovare il punto debole in una tesi che non ho mai sostenuto”.
Allora, comincio con una mea culpa. Sì, e vero, mangiando il pesce ma non la carne, non sono vegetariano. Nell’articolo (post precedente, ndr) mi sono definito “vegetariano pescivoro” in modo pigro solo per spiegare quello che mangio, non perché volevo entrare per la porta di servizio in un club di cui non sono socio.
In effetti manca un sostantivo per definire la scelta che ho fatto (un lettore ha suggerito “cretino”, ma dopo aver consultato il dizionario mi sa che non va bene neanche questo). Ma d’ora in poi, vista la reazione che ho scatenato, non userò più la parola “vegetariano” parlando di me. Sono uno che non mangia carne, e basta. Sono un non-carnivoro.
Però è altrettanto vero che, a voler essere pignoli, chi porta le scarpe di cuoio non può definirsi vegetariano. Se hai fatto una scelta animalista, non ti puoi limitare a quello che ti metti in bocca. Se una volta hai mangiato un boccone di Parmigiano Reggiano dop o Grana Padana dop, non sei vegetariano. Come la stragrande maggioranza dei formaggi, sono fatti con il caglio animale, un coagulante che proviene generalmente dallo stomaco (abomaso) del vitello lattante. Se hai schiacciato una zanzara che ti stava succhiando il sangue, non sei vegetariano. Anche gli insetti sono animali.
E i vegani? Anche qui ci sono problemi. Da tanti anni nel mondo vegano imperversa il dibattito sul miele: cioè se un cibo proveniente dallo sfruttamento delle api (o la rapina, in caso di api selvatiche) sia consentito a chi esclude l’uso di prodotti di origine animale. È chiaro che l’unica risposta coerente è: no, mi dispiace, niente miele.
Ma l’esistenza di questo dibattito dimostra che ci sono zone grigie anche tra i vegetariani, anche tra i vegani. Ed è giusto che ci siano. Dal momento che hai fatto una scelta etica sul cibo, sui vestiti, su tutto, decidi tu dove tracciare il limite della tua coerenza.
Siccome so che questo mi esporrà ad altre critiche, vorrei precisare che non considero il pesce una “zona grigia” del regno animale. Sono animali, punto. Come ho già detto, mangio il pesce, dunque non sono vegetariano.
Però, trovo strano che quasi nessuno di quelli che sono andati su tutte le furie quando ho usato la parola “vegetariano” sembrava interessato ai motivi della mia scelta. Sono diventato vegetariano (vero) all’età di 15 anni, 36 anni fa, per una serie di motivi. All’epoca la cosa più importante per me era il fatto che delegare ad altre persone le schifezze che facciamo agli animali è un atto di vigliaccheria.
Quanti carnivori rimarrebbero carnivori se fossero costretti a passare un giorno a lavorare in un allevamento di tacchini come questo? O se, per ogni cento hamburger che mangiano, dovessero azionare personalmente la pistola pneumatica per abbattere una mucca nel mattatoio?
Con gli anni, questo impulso originale è stato rinforzato da altri ragionamenti. Uno di quelli più forti è legato agli umani, non agli animali. Su questo pianeta un bambino muore di malnutrizione ogni due secondi. In un solo paese di questo pianeta, gli Stati Uniti, il grano, la soia e gli altri mangimi dati da mangiare agli animali destinati al macello potrebbero sfamare 1,3 miliardi di persone.
Poi, quando ho cominciato a viaggiare molto, circa 25 anni fa, una passione che si è man mano tramutata nella professione di scrittore di viaggi, mi sono trovato molto spesso in paesi o in situazioni dov’era molto difficile essere vegetariano (soprattutto se dovevo parlare anche dei ristoranti). A un certo punto, non senza qualche sofferenza, ho deciso che avrei cominciato a mangiare ogni tanto il pesce, ma mai di allevamento.
Sì, lo so che i pesci sentono il dolore (ma detto questo non sono mai stato convinto dal pain argument portato all’estremo, perché si arriverebbe all’idea che non ci sono problemi a uccidere un bambino con un’analgesia congenita, cioè che non può sentire il dolore). Sì, lo so che la pesca allo strascico sta devastando gli oceani. Ma ho tracciato una linea nella sabbia per permettermi di conciliare lo stile di vita che ho scelto con le cose in cui credo. E non è una linea scelta a casaccio.
Per me, lo spreco di terreno agricolo legato alla dieta carnivora è un motivo molto forte nelle mie scelte alimentari. Mangiando il pesce, non di allevamento, non contribuisco a questo spreco. Questo è anche uno dei motivi che mi hanno convinto a non portare il cuoio.
Dirò anche che mangiare il pesce mi fa lottare con la coscienza, e un giorno spero di poter tornare a essere vegetariano. Mi trovo molto in sintonia con un aneddoto raccontato da Max Brod, che un giorno accompagnò l’amico Franz Kafka, diventato vegetariano da poco, a visitare un acquario. “A un tratto, si mise a parlare ai pesci nelle loro vasche illuminate”, scrive Brod. “Finalmente vi posso guardare in pace”, disse Kafka, “perché non vi mangio più”. Io i pesci non li guardo in pace.
Certo, se la mia unica obiezione alla dieta carnivora fosse l’allevamento degli animali, sia sotto l’aspetto della crudeltà inflitta sia sotto quello dello spreco di terreno agricolo, non dovrei avere problemi a mangiare la cacciagione. Ma non la mangio. Perché? Perché non ce la faccio. Punto e basta.
Immagino che per questa mia ammissione sarò accusato di mancanza di coerenza, di ipocrisia, e forse peggio. Ma qui volevo tornare alla citazione di Foer con cui ho aperto questo post (la carne “o non la mangi mai o la mangi sempre”). Non ho mai capito, per esempio, perché molti vegetariani veri disprezzano i flexatarians, quelli che mangiano la carne molto raramente, magari una volta al mese.
Io non li accuserei di ipocrisia. Se grazie alla loro dieta ogni anno sarà abbattuta una mucca di meno, c’è solo da essere contenti. Anche perché trovo il gioco “sono più vegetariano di te” triste e inutile. Mi fa venire in mente le dispute all’interno della sinistra italiana.
Domanda: chi è più coerente dal punto di vista etico, un carnivoro che mangia solo animali cresciuti allo stato brado o un vegetariano che porta le scarpe di cuoio?
Risposta: tutti e due, perché entrambi hanno fatto un ragionamento etico e stanno cercando di applicarlo.
Per finire, volevo offrire un’analogia con un altro campo etico del consumo: il riciclo. Come chi legge questo blog con una certa regolarità saprà, sono un riciclatore assiduo. Sono uno che arriva anche a strappare le finestre di pellicola traslucida dalle buste per separare la plastica e la carta da riciclare.
Però a volte, quando sono in viaggio, non riesco a riciclare tutti i rifiuti. Anche a casa mi assalgano dei dubbi: per esempio, bisogna togliere tutte le capsule dalla bottiglie di vino, sfilare tutti i punti metallici dalle riviste?
Ma se non riesco a raggiungere la perfezione nel riciclo, per motivi legati molto spesso alla mancanza di tempo, alla pigrizia, eccetera, non vuol dire che è meglio buttare tutto nel cassonetto dell’indifferenziato.
O mi sbaglio?"

mercoledì 18 settembre 2013

Da vicino nessuno è normale

Dall'esterno mi sembrano tutti perfetti, o quasi:
le coppie indivisibili, le famiglie felici, i figli perfetti, le donne bellissime, quelle soddisfatte del lavoro, quelli che hanno tutto, quelli che si sono realizzati, quelli che sorridono sempre e gli va tutto bene, quelli con i soldi, quelli che non hanno preoccupazioni.

Poi, se ti avvicini un pò alle loro vite, scopri che non sono cosi perfette.

Scopri che ci sono coppie felici solo da lontano, che a casa neanche si parlano, che ognuno ha la sua vita (e spesso l'amante) ma mantengono la facciata di coppia perfetta;

scopri che ci sono donne cosi belle ma fanno una fatica immane, mangiano solo grissini, passano più tempo dall'estetista che a parlare con gli amici, che spendono un sacco di soldi per apparire sempre perfette, e poi non sono mai soddisfatte, non si piacciono, nessun complimento le fa sentire bene;

scopri che quelle che erano bravissime al liceo e all'università ora hanno un lavoro mediocre, o sottopagato o precario e si sentono inutili;

scopri che ci sono quelli pieni di soldi che non sanno mai se chi gli sta accanto lo fa perchè gli vuole davvero bene o perchè è un'opportunista;

scopri che da lontano sono tutti belli, simpatici, gentili e con delle vite perfette, e tu stai li a dire: " accidenti, mi piacerebbe essere come loro".

Io l'ho pensato, tante volte, di tante persone.

Poi ho capito che "da vicino nessuno è normale", che ognuno ha i suoi guai, le sue insoddisfazioni, le sue paure, i suoi dubbi; ho capito che nessuno è perfetto, che si deve lottare per ciò che si vuole e non è detto che si riesca ad ottenerlo, che a volte raggiungi lo scopo e poi perdi tutto e devi ricominciare daccapo, che magari fai un sacco di sbagli e ti senti una nullità.

Non mi piace pensare al passato perchè ci sono tante cose che cambierei della mia vita.
Preferisco guardare al futuro, e credere nella reincarnazione :)
Ma non una volta sola, tante: quante vite vorrei vivere, quante cose vorrei fare, quante paure vorrei non avere.

Chissà cosa pensa di me chi mi guarda, che cosa vede: una casalinga disperata, una mamma felice, un'espatriata soddisfatta, un'inquieta, una persona cattiva, una persona buona, una compagna innamorata, un talento sprecato, una buona a nulla.

Forse tutte queste cose insieme, forse sono cosi.

Oppure no, sono solo una persona, come tante, alla ricerca del senso della vita, di qualche risposta alle domande che ti fai a 15 anni e che smetti di farti a 40 quando, forse, qualche risposta in più potresti averla!

lunedì 16 settembre 2013

Maschi ai fornelli

Gli uomini ai fornelli mi fanno davvero ridere!
Almeno il mio.
Innanzitutto annuncia l'evento: "Stasera cucino io amore".

Poi si prepara: mette il grembiule (ovviamente sopra la sua camicia più bella e solo dopo averla pataccata di sugo o qualsiasi altra cosa che non riuscirò mai a smacchiare) e toglie fuori tutte, e dico tutte, le pentole, le stoviglie, i coltelli e gli accessori che ci sono in cucina.

Dopo, ha inizio lo show!

Taglia, affetta, sminuzza, frulla, tutto rigorosamente alla velocità della luce, il che implica che metà degli ingredienti finisca sul pavimento (a volte conditi di sangue, ma lui stoicamente fa finta di niente).
L'altra metà finisce nella pentola, nella tortiera, nel mixer.

Poi cominciano le parolacce, perchè c'è sempre qualcosa che non va esattamente come in una puntata di Top Chef: "Merde, Putain, Shit, Merda " (come tutti i maschi, le parolacce le sa declinare in tutte le lingue).

"Amore, non lo so se è uscito bene, perchè questa maledetta pastasfoglia non è buona, lo vedi? lo vedi come si affloscia? e che posso fare io? niente, è una schifezza".

Di solito il risultato è buono, ma lui continua a passare tutta la serata blaterando perchè, in fondo, ha cucinato per me , voleva che tutto fosse perfetto ma non è mai all'altezza delle sue aspettative.

Naturalmente il caos in cui versa la cucina dopo il passaggio dello chef  rimane li perchè lo chef, si sa, cucina, mica mette in ordine.
"Amore, metto a posto dopo, non ti preoccupare".

Non ho ancora capito cosa intende per "dopo"!!!

sabato 14 settembre 2013

Il té delle cinque

Beh, diciamo il té delle 4, che qui mica siamo in Inghilterra!

La "scusa" era festeggiare il mio compleanno (in ritardo), organizzato da Bonnemaman e Tanta Andrea, rispettivamente nonna e zia di Cédric.
Quasi 200 anni in due!!!!

Si vestono eleganti per l'occasione, tirano fuori il servizio buono da té, comprano la torta di mele nella pasticceria più buona e rinomata della città...che tenerezza!
Basta così poco per farle contente, un pò di tempo da passare insieme, qualche chiacchiera, vedere nipoti e pronipoti...
E' stato un pomeriggio carino, rilassante, diverso.

Ho trascorso molto tempo con la mia nonnina Margherita; non abbiamo mai preso il té insieme ma la merenda delle 5 la facevamo anche noi, con il gelato o un pezzo di ciambella, dei biscotti...
Quante cose insegnano le nonnine.
A volte sono un pò rincoglionite e dicono sempre le stesse cose però sono così dolci, sono un ricordo indimenticabile per i nipoti.

Io ho avuto la fortuna di avere una nonnina longeva e me la sono goduta fin a pochi anni fa.
Peccato che non abbia conosciuto Cédric e Andrea: del primo avrebbe detto che aveva una bella figura ( cioè un bell'aspetto) e che "altezza è mezza bellezza" (la mia nonnina aveva un proverbio per ogni occasione), del secondo che è dolce e curioso.
Di entrambi che amano la buona cucina, le avrebbero dato soddisfazione!

E' per questo che voglio che mio figlio trascorra molto tempo con i suoi nonnini, perchè possa imparare le tante cose che io non so insegnargli, perchè possa godere del loro amore incondizionato, perchè possa essere viziato come solo i nonni sanno fare, perchè possa avere dei bellissimi ricordi della sua infanzia ( e non solo), perchè possa crescere in una "famiglia", che non è solo quella composta da mamma e papà!

giovedì 12 settembre 2013

Mammone italiano

Andrea è un bimbo socievole, parla con tutti e farebbe parlare anche i sassi (tutto sua mamma!), gli piace la compagnia, le persone, gli altri bimbi, ama andare a zonzo, chiacchiera tutto il tempo, gli piace giocare con le macchinine, il Didò, i cavalli, il trenino sulla pista, gli animali della fattoria, le costruzioni; gli piace andare sul monopattino e sulla bici, correre e saltare nelle pozzanghere; ama fare i puzzle, colorare e, soprattutto, dipingere; adora leggere e la libreria nella sua stanza è già piena; ogni tanto guarda anche i cartoni animati e ultimamente i suoi preferiti sono Peppa Pig e i Barbapapà, ma anche la Pimpa, Duffy Duck, Tom&Jerry e Cip e Ciop.

Allora, come mai non gli piace andare all'asilo????

Ogni mattina mi dice che non vuole andare a scuola; dopo quasi due settimane, non piange più, nè a casa nè quando arriviamo, ma si attacca come un koala al collo della maestra, con gli occhioni umidi e rassegnato!

Madame Arlena mi ha detto che piange sempre nella ricreazione, forse perchè gli mette il giubbino per andare in cortile e lui pensa che sia il momento di andare a casa, invece poi gli tocca restare ancora un pò.

E che non gioca tanto con gli altri bimbi.

Credo che si senta un pò meglio quando c'è madame Nathalie, che è italiana e quindi lui si sente compreso quando parla.

Problemi dei bimbi bilingue, che ancora proprio bilingue non sono.
Andrea capisce il francese e lo parla ma ancora non bene come l'italiano.
Del resto, ha passato i suoi primi due anni con me, che "non sputo un attimo" (nonnina docet), è normale che l'italiano sia davvero la sua "lingua".

Sono certa che, piano piano, col tempo, parlerà benissimo anche il francese e andrà meglio anche a scuola.

Per ora mi parla già di un bimbo che gli è simpatico, si chiama Tibò e, quando Andrea piange, lui si avvicina e gli dice (in francese) : "non piangere, la tua mamma poi viene"!

Trop mignon!

Quando vado a prendere Andrea alle 12 gli altri bimbi sono li seduti che pranzano, lui mi aspetta sempre allo stesso posto, pronto con giubbino e zainetto.
Oggi gli ho chiesto se ogni tanto gli va di restare a mangiare con gli altri e lui, ovviamente, mi ha detto di no, che vuole mangiare a casa con me.
E madame Arlena (in italiano): "tu mangiare a casa con mamma, eh! tu mangiare spaghetti, eh! ahahahahah".

Quando si dice "luoghi comuni"!!!!

:)

martedì 10 settembre 2013

Summer 2013: best moments ever




  • Le pedalate in bicicletta all'alba
  • La colazione e le chiacchiere al Bar Noce con Emilia
  • Cornetto e succo di frutta alle 7.30 del mattino sulla passerella con Francesco
  • Le partite a UNO con Alessio
  • L'aperitivo alla Paranza con i miei amici
  • La nascita di Giovannino
  • La giornata al parco avventura in montagna
  • La "tre giorni" silana con i miei due amori
  • Le chiacchiere in spiaggia con le amiche e le (rare) passeggiate Atlantis-Lido degli Scogli con Titti
  • Gli incontri con gli altri ciclisti e sportivi di buon mattino sul lungomare


...la mia (ennesima) estate crotonese !

sabato 7 settembre 2013

Prima settimana

Uno pensa: domani è sabato, si dorme fino alle 10!

Vabbè, alle 10 magari è troppo, fino alle 9!

Invece Andrea si è svegliato alle 7.15, orario scolastico, ed è venuto nel lettone.
Sveglia per tutti!

Riproviamo domani!
Sono sicura che ci riusciremo lunedi mattina, quando si torna a scuola!!!!

E' stata una settimana dura per lui (e anche per me!!!).
La prima mattina si è messo lo zainetto sulle spalle tutto contento, inconsapevole della destinazione della nostra passeggiata.
Ha pianto solo quando io e suo padre siamo usciti dalla classe.
Il giorno dopo ha iniziato a piangere davanti alla scuola; quello dopo, nel garage di casa, e quello dopo ancora ha cominciato la sera prima a dire che non voleva andarci.

" Mamma, cosa facciamo ora"
<< Ora si dorme >>
" E poi, quando mi sveglio, cosa facciamo? "
<< Facciamo colazione >>
" E dopo la colazione cosa facciamo?"
<< Ci laviamo e ci vestiamo >>
" E poi dove andiamo?"
<< Andiamo a scuola >>
"... non ci voglio andare a scuolaaaaaaa "

Il miglioramento l'ho visto in classe, però.
Lo lascio nelle braccia di madame Nathalie, che, a dispetto del nome, è italiana e forse lui si sente più tranquillo con qualcuno che parla la stessa lingua della sua mamma.
Ieri, quando siamo andati via dalla classe, lui era in braccio a lei e piagnucolava (solamente) ma rassegnato, non disperato come il primo giorno.
Mi hanno detto che piange per meno di cinque minuti, poi altri cinque durante la ricreazione.

Poi, alle 12, ora in cui tutti gli altri bimbi mangiano, lui si siede con il suo giubbino e lo zainetto tra le mani e mi aspetta.
LA MIA VITAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

martedì 3 settembre 2013

Riunione di cugini

Prima di rientrare dall'Italia abbiamo fatto una riunione (parziale) di cugini (naturali e acquisiti!).
Location: Pietragrande, magnifica!

E' stato bello rivedere Francesca dopo più di un anno e mezzo.
Aggiungerei che è stato un anno e mezzo di merda, per lei, per Marco e anche per tutte le persone che gli vogliono bene.

Poi c'era Roberta, con Francesco.
Anche con lei, nonostante le sue promesse da marinaio di venirmi a trovare, non ci vedevamo da un bel pò.
La felicità le ha regalato qualche kg in più, ma c'è tempo per toglierli cugina, l'importante è sentirsi bene nella propria pelle!

E poi Marcello e Simona con le pupette, zia Cenzi, René e mia mamma!

Riunione di sorelle, oltre che di cugini.
Sorelle un pò esaurite, direi, ma chi è causa del suo mal....

Andrea si è divertito molto, gli piaceva la compagnia, è rimasto sveglio fino all'una di notte, il mio ometto di mondo!

Ovviamente René mi ha fatto un predicozzo perchè dice che è troppo magro.
Quando ho ribattuto che la sua crescita rispecchia perfettamente le tabelle pediatriche e che ha una dieta varia, ha farneticato dell'importanza della carne, dei carboidrati che formano le cellule del cervello e che si, è vero che si cresce anche a patatine e lecca lecca, ma bisogna vedere con quali lacune!
Patatine? Lecca lecca?
Come sempre, non mi ha neanche ascoltata!

A quanto pare io commetto l'errore GRAVISSIMO di "costringerlo" a mangiare a tavola e non lo rincorro "casacasa" cercando di infilargli in bocca il cucchiaio e per questo motivo lui mangerebbe meno di quanto dovrebbe/vorrebbe.
Mi astengo dal commentare.

Quanto ad una dieta vegetariana, che lui sta cominciando a seguire (in realtà, ha mangiato sempre pochissima carne e pesce), ne parlerò in un altro post.
Ognuno è libero di fare ciò che vuole e di pensarla a modo suo ma sarebbe gradita anche una buona dose di cavoli propri!
Con tutto l'affetto e l'amore infinito che ho per le mie zie, come mamme per me!
Alle quali, tra l'altro, un giorno ricorderò che noi cugini e nipoti siamo cresciuti magri come grissini, che mio fratello mangiava solo pasta e sugo e caramelle, mai visto un legume in vita sua, che i miei cugini non mangiavano carne se non sotto tortura e che, nonostante ciò, siamo tutti in piena forma e le nostre cellule cerebrali funzionano (quasi) perfettamente.

E' stato bello anche rivedere Paolo e Alessandra col piccolo Simone: anche loro turisti di ritorno (almeno Paolo) alle prese con genitori, zii e parenti fino all'ottava generazione preoccupati della dieta del nipotino "nordico".

Qualcuno ci salvi!

W la famiglia!!!

Primo giorno di scuola n.2

Quando sono andata a prendere Andrea alle 12 l'ho trovato seduto su una sediolina che mi aspettava, con il giubbino già indossato e lo zainetto nelle mani.
Madame Arlena mi ha detto che ha pianto per meno di cinque minuti e che è stato molto buono e ubbidiente, il mio ometto.

Appena mi ha vista mi ha detto: "Mamma, io ti chiamavo << mammina, mammina >> e ho piangiuto ma solo un pochino, sono stato bravo."
LA MIA VITAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!

Siamo tornati a casa a piedi e lui ha voluto portare da solo la sua cartella per tutto il tempo.



Ovviamente gli ho fatto mille domande e lui mi ha raccontato la sua mattinata, quello che ha fatto, quello che gli è piaciuto.
Mi ha anche detto che si è divertito e, in effetti, l'ho visto contento, chiacchierone, allegro.
Anche un pò stanco, troppe emozioni!
Il pomeriggio mi ha chiesto di metterlo nel suo lettino a dormire, il che è strano perchè di solito ce lo metto quando è già addormentato, prima non ne vuole sapere!
E poi la sera, prima di andare a dormire, ha voluto preparare da solo il suo zainetto, con la colazione ecc.

Sono contenta, ero sicura che la scuola gli sarebbe piaciuta!

Ps. Oggi è il secondo giorno: si è svegliato pimpante, allegro, ha infilato lo zainetto sulle spalle canticchiando "io vado a scuola", ero molto sollevata.

Fino a quando non siamo arrivati davanti alla porta della classe: visti gli scarsi risultati ottenuti ieri, quando ha cominciato a piangere non appena noi siamo andati via, oggi ha pensato bene di farlo sin da quando abbiamo messo piede in classe.
Ovviamente non si è staccato dal mio collo neanche per un secondo!

Si, si, decisamente gli piace la scuola!!!!

lunedì 2 settembre 2013

Primo giorno di scuola n.1

Ed eccolo qui, il primo giorno è arrivato.

Ho messo la sveglia perchè avevo paura di non svegliarmi in tempo, come quando devo prendere l'aereo!
Andrea, invece, non aveva nessuna intenzione di alzarsi dal suo lettino.
Mi ha detto: "mamma, vai tu a scuola con papà che io resto a letto".
Ha capito tutto della vita!

Con poca voglia si è alzato, ha fatto colazione (in braccio a me, e non era mai successo prima: deve aver fiutato novità nell'aria!), si è anche lavato i denti (che a quell'ora del mattino non gli garba mai tanto), zainetto sulle spalle ed era pronto!

Sembrava pure contento!
SEMBRAVA!


Il cortile della scuola, la cour come lo chiamano qui, era piena di mamme, papà e bambini più o meno consapevoli del loro destino.

Siamo entrati in classe e il mio nanetto non sembrava intimorito.
Non SEMBRAVA!

Ha cominciato a giocare con tutto quello che ha trovato, ignorando gli altri bimbi, i loro genitori e anche le maestre tutte sorridenti (si, si!).
Siamo rimasti una buona mezz'ora in classe, per parlare con le insegnanti, per sbrigare qualche formalità e poi abbiamo salutato Andrea.
Solite rassicurazioni, "mamma torna a prenderti, tu resti a giocare con gli altri bimbi, vedrai quanto ti divertirai" ecc ecc.
Forse non avevo una faccia convincente perchè, appena ci siamo allontanati di un metro, prima ha fatto un salto fuori dalla pista di macchinine dove stava giocando, poi ha cominciato a piangere disperatamente e a chiamarmi "mamma, mammaaaaaaaaaaaa".
L'abbiamo affidato alle cure di una maestra croata, un donnone abbronzatissimo e sorridente, che ci ha fatto un'ottima impressione, una tipa tosta non una di queste belgesi mosce mosce (senza offesa per nessuno ma preferisco gente di carattere!).

Nonostante le preoccupazioni iniziali, sono stata bravissima, ho seguito alla lettera tutti i consigli degli psicologi (amici e non) e dei manuali che spiegano come comportarsi in queste situazioni.
Sono stata sorridente dall'inizio alla fine, rassicurante, ho ostentato sicurezza e allegria.

E appena sono uscita dal campo visivo di mio figlio, ho pianto come una disperata!
Ahahahahahah!
Scherzo.
Non come una disperata.
Come una mamma che affida per la prima volta suo figlio alle cure di qualcun'altro, sperando che se ne occupi nel migliore dei modi.
Come una disperata, appunto!

Mi si è spezzato il cuore quando l'ho visto piangere in quel modo: e se si è sentito "tradito" perchè l'ho lasciato piang-ere e me ne sono andata via?

UFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF!

Cédric si è preso una mattina libera per darmi sostegno ( e sfottò) psicologico.
Ha scattato alcune foto del nostro cuzzupino in questo suo primo giorno di asilo ma, nonostante le sue intenzioni, si è astenuto dal farne a me nel momento in cui l'ho lasciato in classe.
Non per altro, gli sarebbero mancate due dita per scattarne altre all'uscita di scuola!

Ride e dice che sono una vera mamma italiana.
Si, può darsi, ma le mamme ( e i papà) che ho visto stamattina a scuola non erano molto diversi da me: stesse espressioni dubbiose, stessa tensione, stessa commozione.

Vero è che io mi sono commossa anche solo a vedere i bambini degli altri che piangevano!!!
Non so come faranno le maestre a consolarli tutti contemporaneamente.
O magari, appena noi genitori usciamo, i pupi si asciugano le lacrime e giocano felici e contenti!

Beh, è quasi ora, a mezzogiorno vado a riprendere il mio amore.
Chissà...

domenica 1 settembre 2013

Emozioni

Mio figlio dorme il sonno dei giusti, e di quelli che hanno saltato la pennichella pomeridiana.
Io, naturalmente, sono nel mio letto in preda a mille emozioni.

Andrea domani andrà all'asilo per la prima volta: prima di ciò, niente nido, niente baby sitter, niente nonnina a tempo pieno.
Praticamente, i suoi due anni e mezzo di vita li ha trascorsi con me.
Non da solo, é chiaro (sai che palle!), però nemmeno senza!

Sono felice perché imparerà tante cose nuove, giocherà con altri bimbi, si divertirà un mondo.

Ma ho anche un pò paura che si senta abbandonato da me, che mi veda andar via nonostante le sue lacrime, e non é mai successo prima.

E poi penso che mi sembra ieri che era così piccolo nelle mie braccia e non mi stancavo mai di sbaciucchiarlo.
Non mi stanco neanche adesso, a dirla tutta, ma é lui che, dopo un pò, mi dice ' mamma adesso basta bacini' !!!

Prima di diventare mamma non ci credevo quando mi dicevano che avrei amato mio figlio più del mio compagno (perché io amavo sempre alla follia).

Quando sono diventata mamma ho capito che, fino ad allora, del vero amore non ne sapevo proprio niente !!!