Biberon, scalda biberon, sterilizzatore (per biberon), bilancia, fasciatoio, omogenizzatore, tiralatte (meglio portarsi avanti con il lavoro), trio, sediolone, culla, culla da campeggio, carillon con luci psichedeliche, walkie-talkie, box, aerosol ("ragà, l'aerosol in casa, d'inverno, ci vò!") ...
E poi tutto il necessario per la valigia da portare in ospedale: asciugamani, rigorosamente usa e getta, camicia da notte (tre, non si sa mai), il primo pigiamino per il pupo e almeno un paio di cambi (ma non si resta in ospedale solo 1, massimo 2 giorni?) ...
Più, naturalmente, tutto il necessario per sterilizzare la stanza di mamma e bimbo: amuchina spray, alcool 500°, guanti, maschera antigas (come noto, l'ospedale è il posto migliore per prendere infezioni).
Cara la mia amica Occhidigatto (tutto attaccato, com'è memorizzato sul mio cellulare), quando il piccolo Giovanni arriverà finalmente a casa, si guarderà intorno e dirà:
"Ohi mà (è crotonese, dopotutto), che ce ne facciamo di tutta sta roba?"
Secondo me, come ti ho detto poche ore fa in pizzeria, la metà, e forse anche di più, di tutto quello che hai già comprato o hai intenzione di comprare, non ti servirà a niente!
Ma, si sa, l'emozione dell'attesa del primo figlio fa fare gesti inconsulti, come l'acquisto compulsivo di un sacco di oggetti inutili, ingombranti e costosissimi di cui, entro qualche mese, proverai l'irrefrenabile impulso di liberarti.
Se non hai più spazio in casa nè in garage, non demoralizzarti: c'è sempre la stanza della nonna.
Di Emilia!
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