venerdì 31 maggio 2013

Occhi di gatto

Biberon, scalda biberon, sterilizzatore (per biberon), bilancia, fasciatoio, omogenizzatore, tiralatte (meglio portarsi avanti con il lavoro), trio, sediolone, culla, culla da campeggio, carillon con luci psichedeliche, walkie-talkie, box, aerosol ("ragà, l'aerosol in casa, d'inverno, ci vò!") ...

E poi tutto il necessario per la valigia da portare in ospedale: asciugamani, rigorosamente usa e getta, camicia da notte (tre, non si sa mai), il primo pigiamino per il pupo e almeno un paio di cambi (ma non si resta in ospedale solo 1, massimo 2 giorni?) ...

Più, naturalmente, tutto il necessario per sterilizzare la stanza di mamma e bimbo: amuchina spray, alcool 500°, guanti, maschera antigas (come noto, l'ospedale è il posto migliore per prendere infezioni).

Cara la mia amica Occhidigatto (tutto attaccato, com'è memorizzato sul mio cellulare), quando il piccolo Giovanni arriverà finalmente a casa, si guarderà intorno e dirà:
"Ohi mà (è crotonese, dopotutto), che ce ne facciamo di tutta sta roba?"

Secondo me, come ti ho detto poche ore fa in pizzeria, la metà, e forse anche di più, di tutto quello che hai già comprato o hai intenzione di comprare, non ti servirà a niente!

Ma, si sa, l'emozione dell'attesa del primo figlio fa fare gesti inconsulti, come l'acquisto compulsivo di un sacco di oggetti inutili, ingombranti e costosissimi di cui, entro qualche mese, proverai l'irrefrenabile impulso di liberarti.

Se non hai più spazio in casa nè in garage, non demoralizzarti: c'è sempre la stanza della nonna.

Di Emilia!



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