Ma perchè diavolo si giudica una persona dal titolo? o dal lavoro che fa?
Sei dottore, avvocato, commercialista, ingegnere, notaio, bancario?
Allora sei un professionista, sei una brava persona, sei educato, sei "frequentabile".
Altrimento NO.
Mia mamma ancora mi rinfaccia che sono andata a Londra e ho fatto la cameriera per mantenermi.
Con una laurea!
Una laurea in giurisprudenza.
Neanche avessi il Nobel per aver scoperto la fusione a freddo!
Una laureata come milioni.
E poi, non si può servire ai tavoli con la laurea?
Oppure è proprio questo, fare la cameriera, che disturba tanto?
Perchè non è un lavoro dignitoso, non è un lavoro da persone intelligenti, da persone perbene?
Solo in Italia c'è questa mentalità, solo qui si pensa che la laurea sia indispensabile e che "determini" la persona.
E' solo un pezzo di carta che dice che hai studiato. Bene, ottimo. Sei stato già fortunato a potertelo permettere.
Ma se poi il lavoro dietro ad una scrivania non c'è, o non è quello che si ha voglia di fare, ben venga la cameriera, lo spazzino, il barista, l'aiuto cuoco, la commessa, quello che è.
E non me ne vogliano queste "categorie" di lavoratori.
Ma perché si devono etichettare le persone a seconda del lavoro che fanno?
Meglio avvocato morto di fame e pure infelice che commessa soddisfatta.
Mi viene una rabbia.
Me ne vado in bici, va!
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