Quando lavoravo in un Costa coffee di Londra il cappuccino era il mio incubo.
Ogni volta che entrava un cliente speravo sempre che mi chiedesse una tazza di té.
In fondo, voglio dire, sono inglesi, non bevono sempre té?
NO! NEANCHE PER SOGNO!
Il té era solo per le vere milady che arrivavano con tanto di cappellino con veletta e borsetta sotto il braccio, perle al collo e tailleur!
Una bella tazza di té classico, senza tutti quei sapori strani (menta, fragola, caramello!).
Qualcuno chiedeva il caffè americano (più acqua che caffè).
Gli italiani si riconoscevano subito: espresso! Al limite, doppio.
Ma quando arrivava il cliente del cappuccino, e io ero alla macchina...mi veniva l'angoscia.
My Gosh, sta schiuma maledetta! Come diavolo si fa?
A voglia a dire: " devi montare il latte e poi, quando lo versi, è tutta questione di polso".
Ma vafancù al polso, mi veniva sempre una ciofeca!
Una volta un tipo si è pure raccomandato: "la schiuma, che sia bella consistente!"
Si, certo.
Per fortuna l'ha voluto in uno di quegli orribili bicchieroni di carta take away, con tanto di tappo.
Gliel'ho dato e poi mi sono nascosta in cucina per un quarto d'ora!
Ma ieri è stato il giorno della rivalsa: Damiano, super barista del Bar Noce, mi ha spiegato il segreto per fare la schiuma del cappuccino. Sta nella qualità del latte! Altro che polso!
Si vede che al Costa compravano un latte che faceva schifo!
Tsé!
Forse ho ancora un futuro da barista :)
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