giovedì 6 febbraio 2014

Ogni cosa al momento giusto

Quando vivevo a Londra, nel ristorante in cui ho lavorato per qualche mese venivano spesso delle arzille vecchiette, tutte vestite bene, col cappellino in testa e le perle al collo.
Pranzavano con le amiche, prendevano il tè a fine pasto ( orrore ! ), chiacchieravano sorridenti ( e lasciavano laute mance ).
Erano nonnine, vecchiette col bastone, con gli acciacchi dell'età che, però, nonostante la vecchiaia e il freddo londinese, se ne andavamno in giro, non restavano chiuse in casa.

I musei erano pieni di nonni con i nipoti, o anche da soli, seduti sulle panchine ad ammirare la bellezza senza tempo di quelle opere di genio.

Dal ristorante sono passata a lavorare in una caffetteria; c'era un vecchietto che veniva tutti i giorni, alla stessa ora , si sedeva e beveva il suo caffè sfogliando il giornale.
Magari a casa era da solo, magari si annoiava, non c'era nessuno a fargli compagnia, quindi lui si preparava, si vestiva di tutto punto, bombetta in testa compresa e, con la pioggia, il vento, il caldo, il freddo, veniva a sedersi in mezzo alla gente per bere il suo caffè.

Non solo inglesi.

Mia suocera, sessantotto anni, stivaloni ai piedi e cappello in testa, lavora nel suo orto come se ne avesse venti.
Anzi, ai ventenni di oggi neanche li vede.
Gioca a tennis, ha una casa su tre piani che sale e scende tutto il giorno, fa passeggiate a ritmo sostenuto ogni domenica, coltiva l'orto, si prende cura del giardino, va a pranzo fuori; per vederla bisogna prendere appuntamento settimane prima.
E' appena tornata da un viaggio organizzato di due settimane in Cambogia e Laos, tra dieci giorni riparte e va sulle Alpi a trovare sua zia per altri quindici giorni per aiutarla a mettere ordine nel caos che hanno lasciato gli operai dopo che hanno cambiato le piastrelle del bagno.

Per restare in tema, sua zia di anni ne ha 78, ha avuto un infarto, un tumore, diversi arti fratturati e messi a posto eppure è ancora li che vive in una grande casa di montagna, affitta delle stanze ai turisti, fa viaggi di migliaia di km in macchina da sola.

Mio suocero e sua moglie ( la seconda, da vent'anni) sono appena rientrati da un mese in Costarica dove sono stati ospiti a casa del figlio di lei.
Sono venuti al compleanno di Andrea il giorno stesso in cui hanno fatto non so quante ore di volo per tornare dal Costarica in Belgio.
Il giorno dopo hanno festeggiato i 94 anni della mamma di lei, una donna minuta ed energica che vive da sola, è indipendente e va in giro in bici perchè, dice,  " l'autobus è per i vecchi ".

Ecco.

Questo è lo spirito che non ho visto in nessun uomo e nessuna donna italiana che conosco.

Sto parlando di persone di una certa età, non di ragazzini.
Ovviamente gente che non ha problemi economici.

Spesso sento dire che ogni cosa ha la sua età per essere fatta, dopo di chè il tempo è scaduto.

Mia mamma pensa che dopo i 20 anni non si debba piu indossare la minigonna, dopo i trenta il bikini, dopo i 40 i capelli vanno tenuti sopra le spalle e dopo i 60 aspetti di morire.

No, forse quella dell'attesa della morte era mia nonna.

Ovviamente non voglio dire che gli italiani sono delle mummie e gli inglesi, i francesi o i belga sono meglio.
Voglio solo dire che lo spirito conta molto, e che da noi forse si tende a vivere troppo proiettati sulla gioventù come se dopo una certa età tutto finisse, non ci fosse piu la forza, il fisico, la salute per fare le cose.
O non fosse più " opportuno " .

Mi dispiace, trovo che sia un peccato.

Naturalmente bisogna avere i soldi per viaggiare, ma io parlo anche di piccole cose, come andare in bici: c'è un limite d'età, come per la patente? no, eppure io di vecchi che usano la bici ne vedo davvero pochi nel sud Italia.

E poi riunirsi con le amiche per fare una passeggiata, mettersi in macchina la domenica e andare a fare una gita in campagna, o a visitare un paesino a pochi chilometri da casa ma che non conosciamo.

Conosco anche tanti giovani che non amano viaggiare e se ne restano a casa loro senza vedere il mondo.

Non li capisco.

Anni fa andavo in montagna per alcuni fine settimana per un corso di trekking e arrampicata.
Alcune tra le mie amiche erano scioccate: ma come potevo rinunciare al cinema e alla solita pizza del weekend per andare in montagna, al freddo, a dormire in sacco a pelo in un rifugio senza nessuna comodità, a fare trekking per una giornata intera ?

Erano sconvolte da questo mio interesse per qualcosa di diverso, di nuovo.

Del resto, erano sorprese anche dal fatto che usavo la bici piuttosto che la macchina e che frequentavo la palestra di karate cinque volte la settimana: per loro fare aereobica sarebbe stato già troppo.
Infatti non facevano neanche quella.

Non sono una che ama le novità, sono abitudinaria e mi piace la mia zona di comfort.
Non sono neanche una che ama gli sport estremi o le vacanze avventurose.
Non mi piace neanche il campeggio, figuriamoci.

Però poi mi annoio, e devo cambiare, almeno ogni tanto.

Se potessi, starei sempre in viaggio, sempre in posti nuovi, per poi tornare a casa  e sentire nostalgia per quello che non ho piu.

Proprio non li capisco quelli che, avendone la possibilità, se ne stanno chiusi nel loro piccolo mondo ( antico ) e non hanno neanche la curiosità di guardare cosa c'è oltre la punta del loro naso.

" Al mio ritorno, molti di quelli che non sono partiti m'hanno detto che con un pò di fantasia e di concentrazione erano soliti viaggiare lo stesso, senza staccarsi dalla poltrona. Gli credo volentieri: sono dei forti. Ma io no, io ho troppo bisogno di questo contributo concreto che è lo spostamento nello spazio. Del resto, fortuna che il mondo si estende per i deboli e li soccorre ". ( Nicolas Bouvier )

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