E poi non ho più smesso di ridere e sono sicura che anche lei, la maledetta, in macchina, mentre tornava a casa dopo una mattinata di lezioni a dei minorenni disinteressati e anche un po' disadattati, se la rideva come una scema come me.
Come abbiamo fatto per anni, sedute nello stesso banco, chiacchierando al telefono per ore anche se abitavamo una di fronte all'altra, sedute a congelarci le chiappe nel mio/suo portone in inverno come in estate, pur di stare fuori casa e essere libere di parlare lontane dalle orecchie indiscrete di genitori e fratelli, chiuse nella mia stanza o nel suo studio, dal parrucchiere mentre cercavamo di farci domare i riccioli ribelli, in spiaggia a rosolarci al sole, nei giri in macchina o sullo scooter...
Cara Cinzia,
tu che mi hai rovinato un ciuffo e per questo non ti ho parlato per giorni (a 15 anni un ciuffo conta),
tu che mi hai fatto la prima ceretta meglio di un'estetista,
tu che, quando mi disperavo per amore, sei sempre venuta a prendermi a pedate dicendomi ' Alzati Lazzara, che senno' ti ritaglio il ciuffo e quel mezz'omo non lo vale nemmeno',
tu che mi facevi copiare i compiti di matematica,
tu che scrivevi sul mio diario nelle ore di latino e di filosofia,
tu che hai coperto le mie bugie, le mie cazzate, perdonato i miei sbagli, ascoltato le mie farneticazioni,
tu che ci sei sempre stata, anche quando ci siamo allontanate per un po',
in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, sempre, molto più che un marito,
tu sei stata, sei e sempre resterai la mia Cicciabummatroppiscarola
che mai si é arresa davanti alle difficoltà, mai.
💙💙💙
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