lunedì 15 febbraio 2016

Qu'est ce que tu deviens ?


Hanno questo modo di dire i francesi che mi fa venire voglia di suonarli come una batteria.
Ma che vor di ?

Hai perso il lavoro, già stai incazzato/depresso di tuo, loro ci mettono su un bel carico da 100 chiedendoti " che cosa sei diventato adesso ? "
e che sono diventato ? quello che ero prima, una persona, con una vita, una famiglia, degli amici, degli interessi.
Senza lavoro ma con tutto il resto, tutto quello che avevo prima.

Invece loro hanno questo modo di dire che è come se la tua identità fosse data dal lavoro.
Bello, soprattutto quando cambi spesso lavoro: che cosa diventi ? una commessa, un barista, un cameriere, un avvocato, un ingegnere, una giornalista.
Cosa diventi ?
Una persona, un essere umano, io.

Non è che ti domandano " adesso che fai, di cosa ti occupi ? ".
Che quello ci sta, è comprensibile.

Che cosa diventi ? Come se il lavoro che fai potesse farti diventare una persona diversa.
Ti dà delle competenze, nuovi punti di vista, nuove conoscenze.
Ma sempre tu sei.
Come se da domani mi mettessi a zappare la terra ( magari ne avessi una ) e allora diventerei contadina e non sarei più tutto quello che sono stata fino a ieri, non contano più gli studi, gli anni all'estero, le esperienze, essere mamma e moglie ecc.

Questo voler a tutti i costi definire qualcuno da quello che fa: guarda, c'è il Dottore, l'avvocato, e frequenta un po' la gente di un certo livello, dei professionisti. Cioè dei laureati.

Di professionisti e figli di professionisti ne ho conosciuti e ne conosco tanti ( lo sono anche io, to' ) e, senza voler generalizzare, non è davvero questo a fare la differenza, quel pezzo di carta che li legittima a presentarsi come Dottori, tutti, basta che siano laureati, come se questo automaticamente gli desse qualcosa in più.
Mi fanno ridere ma si vede che loro ne hanno bisogno per sentirsi qualcuno, per mettersi al di sopra degli altri, per sentirsi più sicuri di sé.
Non sono più Francesca Trocino, sono la Dottoressa Francesca Trocino.
e dunque ?

E poi vai ad ascoltare una conferenza di Pierre Rabhi, che la laurea di sicuro non ce l'ha ma ti fa venire voglia di diventare una persona migliore, di vivere in un modo diverso, di pensare un po' più all'essere che all'avere, che di questi tempi facile facile non è.

Oppure leggi ( e rileggi ) Terzani e pensi che, dopo una vita spesa ad essere e fare il grande giornalista, si è ritirato sull'Himalaya dov'era il signor nessuno.

Anam, il senza nome.

Altro che qu'est ce que tu deviens !

ps. per i soliti polemici, non è un post contro i laureati, contro i professionisti che svolgono bene il loro lavoro, contro chi ha avuto la possibilità di studiare.  E' un post contro quelli che usano i loro studi come un vanto invece che come mezzo di conoscenza. E che rompono le balle al prossimo.








venerdì 12 febbraio 2016

Everest

L'altra sera abbiamo visto Everest.
In francese.
L'avevamo già visto in inglese e diciamo che non avevamo capito proprio tutti i dialoghi, ma il concetto c'era.
Cioè sono morti.
Non tutti ma quasi.
E chi non è morto, è tornato a casa lasciando naso e mani sotto la neve.

Direi che una visione era sufficiente, a me era bastata.
Invece no; l'abbiamo rivisto in francese cosi adesso sappiamo esattamente cosa ha detto la moglie di Rob alla radio parlandogli per l'ultima volta mentre lui lentamente moriva congelato in cima all'Everest da cui non era più riuscito a scendere causa tempesta, mancanza di bombole d'ossigeno, morte di due amici che volevano soccorrerlo e sfighe varie.

Gli ha detto Je t'aime.
Che poi, non per dire, ma l'avevamo capito pure quando aveva detto I love you.
Ma si sa, il frances è più romantico.

Io, al posto della moglie, tra l'altro incinta, gli avrei detto anche un'altra cosa.
ma vattinn struuuunz !

Ma cosi si fa ? si va a scalare la montagna più pericolosa del mondo mentre tua moglie aspetta un figlio senza riflettere n'attimo ?
Io l'avrei preso a badilate in fronte.
Sarà che io amo il mare e la passione della montagna non l'ho mai avuta, sarà che il coraggio non rientra tra le mie innumerevoli doti ma neanche nei miei sogni più reconditi mi verrebbe in mente di rischiare la vita per...
perché ?
io vorrei qui chiederlo, se c'è qualcuno che ama la montagna, che me lo spieghi.
davvero siete disposti a perdere la vita, a far soffrire le persone che amate e vi amano per vincere una sfida ?
E' questo, no ?

Ma voi, che avete bisogno di vivere sempre con l'adrenalina a mille, sempre di corsa, sempre sfidando in continuazione le forze della natura e i vostri limiti...

lo sapete che da Ikea vendono i divani a 99 euro ?




lunedì 1 febbraio 2016

5 anni



" Mamma, è troppo bello avere cinque anni, è troppo bello crescere ".

Una bellissima festa dei Peanuts per festeggiare il pupo, insieme ai suoi migliori amici e alle loro simpatiche mamme.

Fa strano vederlo crescere, diventare ogni giorno più indipendente, più curioso di ciò che lo circonda,  sempre contento, sempre con il sorriso e, allo stesso tempo, dolce e coccolone come quando era un neonato da sbaciucchiare.

Vorrei dire tante cose ma mi vengono in mente solo banalità sdolcinate che le mamme comprenderebbero e le nonancoramamme leggerebbero con una smorfia da diabete.

Quindi quest'anno mi astengo.

...
...
...

ma quanto è meraviglioso essere mamma ????

:)