martedì 1 settembre 2015

La rentrée

Primo giorno di scuola, classe dei moyen, cioè seconda della scuola materna.

Ormai lo choc della scuola l'abbiamo superato ma quest'anno c'é una novità, la mensa.
La novità é tutta per mio figlio perché gli altri bambini ci sono sempre andati.

Ovviamente, come tutte le cose nuove, lo spaventa ( tutto sua madre ).
E quindi piange.
Andrea non é un bambino intraprendente o incosciente, di quelli che si buttano nella mischia o che amano le novità.
E' stato sempre piuttosto prudente e riflessivo.
Si prende il suo tempo per provare una cosa e poi decidere se gli piace oppure no.
Paradossalmente, con le persone fa il contrario, secondo me segue l'istinto: una persona gli piace subito oppure no. 
Magari poi la conosce e comunque ci sta, ci gioca ecc ma resta quella distanza di fondo che ha percepito al primo sguardo ( anche in questo, tutto sua madre ).

Forse conta anche il modo in cui io ho impostato il momento dei pasti sin da quando era piccolo: se ci sono anche altre persone, si mangia e si chiacchiera; ma se siamo soli, si raccontano storie, si colora, si gioca a carte :)

Non so cosa gira nella sua testolina, ha delle immagini dei suoi compagni che si preparavano per andare alla mensa l'anno scorso mentre lui invece tornava a pranzo a casa.
E' l'ignoto, il pensiero di non saper gestire la situazione sconosciuta, che lo preoccupa.
( Merde, é davvero uguale a me. )

Già lo so che ci metterà un po' ad abituarsi, che ci saranno altri pianti e altre giornate no, sarà dura.
Almeno sono contenta di averlo lasciato in questa scuola nonostante l'avessero ammesso in altre due da tutti giudicate 'migliori' ( come se fosse Oxford e non un asilo !!! ) in cui l'avevo iscritto consigliata e pressata psicologicamente da una madre che... vabbè, non voglio aprire il repertorio di prima mattina.
Ha ritrovato il suo ambiente, alcuni compagni di classe sono gli stessi dell'anno scorso e gli altri li ritroverà nel cortile durante la ricreazione. Anche la maestra, che é pure la direttrice, pare sia molto brava.
Lo spero.
L'anno scorso ne ha avuto una che io non sopportavo, che aveva i suoi cocchi e gli altri ' chi se ne frega '. ( Andrea era tra i chisenefrega). Per fortuna, a gennaio ne é arrivata una nuova, giovanissima, motivata, intelligente, spiritosa e di carattere. Li ha rimessi tutti in riga, quelli che facevano troppo chiasso, i bulletti che menavano i più piccoli ( cominciamo bene, già all'asilo ) e li ha davvero fatti ' lavorare ', hanno imparato un sacco di cose.
Staremo a vedere.

Io intanto mi sento una madre cattivissima perché lo lascio a scuola a tempo pieno come tutti gli altri bimbi.
Potrei portarlo a casa per il pranzo e poi riportarlo il pomeriggio ma vorrei che si abituasse in previsione di una formazione che mi terrà impegnata tutto il giorno per dei mesi.
Davvero non so come fanno quelle donne che li smollano a scuola fino alle 6 di sera anche senza averne la necessità.
Non parlo delle mamme che lavorano, parlo di quelle che non fanno un cacchio ma vogliono la giornata libera.
Di quelle che lavorano da casa e non vogliono bambini tra i piedi ( e non li vogliono neanche durante il weekend o durante le vacanze e quindi, w i nonni, i vicini e i conoscenti ai quali sbolognarli.
Parlo di te, di te che mi leggi con google traduttore.
Ci siamo capite. )

Una cara amica e una GRANDE mamma alla quale mi rivolgo sempre per un consiglio o anche solo per essere consolata quando devo prendere una scelta che per me é troppo dura, mi ha scritto
" Non si é cattivi se si lascia che i figli diventino grandi; ciò che importa é che lui sappia che ci sei per lui, sempre "

A volte vorrei che crescesse in fretta per superare le sue paure, altre volte vorrei che restasse sempre piccolo.
E' dura essere mamme.



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