Sono tornata a casa e ho trovato un lazzaretto.
Zie malate, uno zio operato, mio padre ancora con la tosse dopo mesi di cure, mia cugina venuta in vacanza che si è beccata la bronchite e se ne sta buttata nel letto da una settimana con febbre alta, Ciccia stremata da questo caldo infernale e A. che deve fare accertamenti per un sospetto dei medici.
E che è !
Altro che medicine, ci vuole Lourdes.
La vecchiaia è una carogna ma di questi tempi anche la gioventù non se la cava alla grande.
Non siamo più giovani ?
E che siamo, vecchi, a quarant'anni ?
Io quelli che si lamentano tanto per fare li appenderei.
Ma che c'avete da lagnarvi tutto il tempo ?
Ho due kg di troppo, i capelli bianchi, le tette troppo piccole, le chiappe troppo grandi, e fa caldo, e fa freddo, la mia collega è una strega, e mio marito mi affligge, e il mio ex marito è uno stronzo, e la compagna del mio ex marito è una bagascia , e mia suocera è una bastarda...
no, vabbè, gli ultimi due non contano, al 99% corrispondono a verità.
Insomma, dovunque mi giro,sento gente che si lagna.
Ma di ogni cosa.
Del caldo, del vento, delle vacanze, dei figli, del traffico, della crisi.
Poi c'è chi avrebbe motivo davvero di lamentarsi e anche imprecare, e invece resta calmo, tranquillo, sereno per quello che è possibile.
Solo una cosa mi fa paura, ed è la malattia.
Mia e delle persone che amo.
E secondo me davvero solo questo è importante.
Si, lo so, il lavoro, i soldi, l'amore e bla bla bla.
Lo so.
Ma la salute, davvero, se non c'è, è finita, tutto il resto perde importanza.
Tempo perso a fare progetti, valutare, soppesare, immaginare, temere, esitare.
E poi cosa ?
Ti ammali e non hai più niente, nè la forza nè la voglia di fare ciò che prima volevi, che ti sembrava cosi importante ma non era il momento adatto, non avevi i soldi, non avevi il lavoro sicuro, non avevi accanto la persona giusta, non avevi certezze.
E davvero siamo sicuri che col passare del tempo le avremo, queste certezze ?
Aspetto a fare un figlio, aspetto a fare quella vacanza che desidero da anni, aspetto ad usare il servizio buono, aspetto a richiamare quell'amica che ho perso tanti anni fa ( e magari era pure colpa mia ), aspetto a chiedere scusa, aspetto a dire ti amo.
Aspettiamo come se la nostra vita fosse infinita, e così le nostre energie.
Un amico una volta mi ha detto che viveva con il rimpianto di aver lasciato andare la donna che amava, di averla persa per sempre.
Per vigliaccheria.
Ecco, le persone malate non conoscono questa paura, questa paura di darsi, di esporsi, di soffrire, ma anche di amare, di fidarsi e di affidarsi, di essere se stessi.
Non lo so, dobbiamo arrivare a questo ?
all'ultimo istante della nostra vita per guardarci indietro e renderci conto che abbiamo vissuto una vita diversa da quella che volevamo e l'abbiamo fatto solo per paura, per il giudizio degli altri, per stanchezza, per abitudine ?
Non potremmo provare, almeno provare, ad essere onesti con noi stessi prima che sia troppo tardi ?
Che tristezza vivere una vita in cui non ci riconosciamo.