Ieri sono andata in centro per comprare le scarpe al pupo.
Fa caldo, vogliamo andare al mare e a lui servono delle scarpe un pò più estive.
Vedo un bel negozio, in vetrina marche che non conosco e niente prezzi.
Mi sarei dovuta insospettire.
Entriamo, la signora ci fa accomodare su delle mini sedie rosa da principesse.
Già mi stava antipatica.
Poi, rivolgendosi a mio figlio, in modo brusco gli dice " siediti e togliti la scarpa ".
Dì, strega di Biancaneve, ti sei accorta che ha solo tre anni?
Sarei dovuta uscire subito.
Invece la buona educazione, la mia chiaramente, mi ha fatto restare.
Le dico di cosa ho bisogno e lei mi mostra delle scarpe sottolineando il nome delle marche.
Me ne ha fatto vedere un paio di Dolce&Gabbana.
Non potevo credere alle mie orecchie.
E quale mamma compra scarpe di Dolce&Gabbana per un bambino che le indosserà si e no 3 mesi prima che gli cresca il piede ?
Ora che ci penso ne conosco una.
Meglio non approfondire.
Meglio non approfondire.
Comunque, quando mi dice i prezzi, rimango sbalordita.
76 € quella più economica.
Allora le ho detto che volevo spendere qualcosa in meno e lei, con tono sprezzante, mi domanda " allora che cifra vuole spendere ? ".
Beh, non so, 45, 50 euro.
Mi sembra ragionevole.
La Chicco, la Primigi, la Geox per citare solo alcune marche, hanno scarpe per questa cifra.
Non saranno di qualità eccezionale ma sono buone.
Lei mi guarda come la commessa che ha mandato via Pretty Woman dalla sua boutique e mi fa " allora può andare a comprarle al Carrefour ".
Non potrò tornare in quel negozio piena di buste di boutique di alta moda e dirle " Lei lavora a percentuale? Grave errore, gravissimo errore. Enorme ".
Però avrei potuto sputarle in un occhio senza sprecare troppa saliva.
Oppure potrei andare di notte davanti alla sua vetrina e scriverci sopra " w il Carrefour " con il contenuto di un pannolino di mio figlio dopo due giorni di dieta a base di zucchine e piselli.
Sarà meglio che cominci a cucinare le verdure !