martedì 13 ottobre 2015

PPP

Quando ho finito il liceo ero convinta che l'università sarebbe stata una pacchia, senza interrogazioni ogni settimana, con l'indipendenza di programmarsi gli esami, la vita "da grandi ".

Invece é stato un bel fallimento.
Bisogna dirlo, eh, ammetterlo, fare coming out, per dirla alla moda.

Forse se fossi rimasta iscritta a psicologia a Roma ( per la quale, per inciso, avevo lottato per anni vista la disapprovazione dei miei genitori ) avrei avuto più successo.
Ma scegliere Giurisprudenza é stato un errore.
Enorme.
E' stata una scelta fatta sull'onda dell'entusiasmo di un concorso che stava andando bene ma poi é finito male.
Bah! male...
oggi sono contenta di non essere entrata nell'accademia di Polizia a 18 anni, non sarei la donna che sono e invece io, nonostante tutto, mi piaccio.
Di cio' che questi studi potevano offrirmi mi piaceva solo l'idea di poter aiutare gli altri: magistrato, avvocato dei poveri e degli oppressi, cose così.
Non é andata in questo modo, ho deluso chi ha creduto in me e mi dispiace ma nella vita si fanno tanti sbagli, soprattutto quando non ci si ascolta veramente, quando si fanno delle scelte più per accontentare gli altri che per rendere felici se stessi.
E a volte si sbaglia semplicemente perché si é giovani e non si sa veramente ciò che si vuole.
Come è stato per me.

Quando eravamo adolescenti, i miei migliori amici mi definivano " inquieta " e forse c'era un'accezione negativa in questo termine ma oggi, che in fondo mi sento ancora così, penso invece che sia un tratto del mio carattere: mi sento inquieta quando non sono soddisfatta di ciò che ho o che faccio in un dato momento.
E, se in passato facevo finta di niente, cercavo distrazioni altrove, mi accontentavo, adesso non è più così.
Adesso cerco di cambiare le cose.
Se é possibile.
Altrimenti cerco di cambiare quello che posso cambiare, cioè me stessa, il mio atteggiamento nei confronti delle situazioni e delle persone.

Per esempio, in un tempo non troppo lontano, mi sono circondata di estranei pur di avere una vita sociale pienissima; ho frequentato uomini che non valevano una cicca; ho tirato per le lunghe relazioni finite da un secolo.
Adesso sono diventata intollerante.
Soprattutto adesso non voglio più perdere tempo.
Sono diventata egoista.
Voglio solo relazioni che siano confortevoli per me, che non mi facciano sentire a disagio.
( Parlo di relazioni personali, nel lavoro è ben più complicato )
Ho imparato a dire di no per far piacere a me stessa invece di dire di si per far piacere a qualcun'altro.
Ho imparato che la vita è troppo breve per dare una seconda possibilità a chi non se la merita.
In certi casi, anche una sola é troppo.

Avere 40 anni dà una grande libertà.
Non si hanno più tutte le paure e le insicurezze dell'adolescenza, e nemmeno i dubbi esistenziali dei 30 anni.
E, nel mio caso, mi dà anche una grande voglia di rischiare.

Non li capisco quelli che ad ogni compleanno fanno una tragedia, che negano la loro età e pensano che dopo i 39 anni la vita sia un declino inesorabile.
Certo, potendo scegliere, anche io vorrei restare sempre giovane.
Sarebbe comodo: niente tinta per capelli, niente creme antirughe, niente di indigeribile, forma fisica al top e niente orologio biologico che segna le ore.

Ma, cacchio, 40 anni non sono mica 80 !

E, comunque, la zia di Cédric, che di anni ne ha 82, e ha superato ben tre tumori, fa ancora 1200 km in macchina da sola, fa trekking in alta montagna che io mi schianto solo al pensiero, cucina da Top Chef, si occupa di figli e nipoti, ha un orto incredibile, taglia la legna con l'ascia e spala il vialetto dalla neve da sola.
Ovviamente, ha uno spirito indomito e un motto che governa la sua vita:
PPP
Pensa positivo permanentemente.

Il pensiero positivo è una stronzata ?
Sarà...